Arenal de Son Servera (Maiorca) – Colom (Maiorca) – Cabrera

Ottobre 6, 2020 - Ottobre 8, 2020
Percorso: Arenal de Son Servera (Maiorca) - Colom (Maiorca) - Cabrera
Equipaggio: Giorgio, Franco, Cesar, Sandra, Stefano, Maribel, Arianna, Eloise
Meteo: Sole, BF 2-3 S

Osservazioni:  Giornata tranquilla. Distanza percorsa ≈ 35 mn. La temperatura dell’acqua è 22.3℃ e Stefano e Maribel fanno un corto bagno in mare nonostante il vento freddo. Verso mezzo giorno leviamo l’ancora e partiamo verso sud. Prima facciamo una tappa tecnica per fare carburante a Porto Colom (780 lt di gasolio) e un salto veloce al supermercato. Dopo continuiamo verso sud per c.a 22 mn fino ad arrivare all’isola de Cabrera che è parco naturale. Passiamo la notte in rada nella baia del porto di Cabrera dove Stefano é riuscito ad ottenere il permesso per ancorare due notti (bravo capitano!), pagando 79 Euro al giorno su boa rossa (oltre 20m).

Eloise sta realizzando dei meravigliosi compiti sui discorsi persuasivi e ha preparato uno molto bello sulla Colombia e i motivi per cui andare a vivere li e lo aggiungiamo alla nostra collezione di immagini perché merita di essere letto. A cena mangiamo una deliziosa pasta alle vongole preparata da Cesar con un buon bicchiere di vino bianco.

Mercoledì giornata di turismo ecologico e storico a terra, sull’isola di Cabrera, la più grande fra le isole dell’arcipelago di Cabrera che a sua volta appartiene all’arcipelago delle Baleari, Spagna. Al mattino facciamo un giro storico-archeologico al museo etnografico “Es Celler”, il quale presenta una mostra crono-storica dal nome “L’uomo e la natura di Cabrera”. Impariamo che l’isola è stata sotto diverse dominazioni, dalla Punica, alla romana, la musulmana e la francese, per poi tornare alla Spagnola. Vicino al museo si trova il monumento in onore ai c.a 9000 prigionieri francesi che furono portati sull’isola dolo l’ultima sconfitta napoleonica, all’inizio del secolo XIX e lasciati morire lentamente, dalla fame elle malattie. Si dice che sopravvissero meno della meta (all’in circa 3500).

Dopo pranzo facciamo un bagno veloce perche fa abbastanza caldo e alle 4:30 siamo di ritorno sul molo per l’appuntamento con la guida che ci accompagnerà a fare il percorso panoramico della “Sierra del Canal de Ses Figueres”. Vediamo paesaggi mozzafiato, discutiamo di flora, fauna, storia. C’erano diverse aquile e falchi che ci sorvolavano e la guida ci ha fatto scoprire (da lontano) un nido di aquila di c.a 2 mt di altezza su una scogliera.

Troviamo una riserva d’acqua naturale alla quale si accede attraverso una galleria inarcata costruita durante la dominazione musulmana e un incredibile forno di produzione di calce fatto tutto di pietra. Quest’ultimo doveva rimanere accesso per 7-10 gg continuativi a 1000℃ per garantire l’ottima produzione di calce e quindi, con gli altri 10 presenti sull’isola, furono i responsabili della incredibile deforestazione regnante sull’isola agli inizi del secolo XX.

L’arcipelago di Cabrera è, dal 1991, parco naturale marittimo-terrestre e oggi vanta una incredibile recupero della sua foresta che ha portato un aumento considerevole dell’aria dolce presente sull’isola. L’arrivo alla fine della passeggiata è mozzafiato, con un tramonto a dir poco spettacolare.

La partenza giovedì mattina è preceduta da una gita delle bambine al castello, ma soprattutto da una spettacolare immersione di Maribel e Stefano al Cap de Llebeig. Anche in questo caso bisogna chiedere preventivamente l’autorizzazione (e pagare 17 Euro per 2 persone) al sito del governo delle Baleari www.caib.cat e si ha a disposizione una boa che ti aspetta in uno dei 5 siti permessi. Noi siamo andati in gommone, ma ci sta anche una piccola imbarcazione. Abbiamo fatto 41’ a 37m in una franata con massi enormi e vedendo “l’ira di Dio”! Appena immersi sono arrivati già moltissimi pesci (forse perché si aspettavano di mangiare …) fra cui 2 grossi barracuda (2 m) e cernie fino a 30 Kg. Ma le Cernie non si contavano e ne abbiamo viste tantissime, tra cui grossi esemplari da 50-70 Kg. I pesci non avevano nessun timore e si lasciavano avvicinare molto. Anche i branchi di Occhiate, Saraghi, Sardine, Castagnole tutti di dimensioni fuori dal normale. Abbiamo visto anche diversi Carangidi, un po’ più furtivi e prudenti e poi Seriole e Corvine. Al ritorno sotto la barca c’era meno folla, ma i Barracuda erano aumentati di numero … Un piacere vedere pezzi di mediterraneo come erano probabilmente così più di 70 anni fa …